Benessere Comunità Educazione

25 Settembre 2025

di Ruggero Poi

Esercizi di immaginazione a 132 mani

Tempo di lettura: 3 minuti

Tutto è cominciato con un esercizio, un esercizio di immaginazione. Che, diciamocelo, è uno degli esercizi più potenti che abbiamo: ci allena a guardare oltre, ad ascoltare il mondo che non c’è a crearne uno nuovo.

Quando scrivo libri per ragazzi, sono abituato a cercare spunti dalla mia memoria, dai ricordi, dalle emozioni vissute. Ma stavolta è stato diverso. Qui ho dovuto immergermi in una memoria collettiva. Un fiume di parole, di sogni, di immagini nate non dalla mia mente, ma da quelle di sessanta ragazze e ragazzi dell’Istituto Comprensivo Sobrero di Cuneo, che con le loro insegnanti, la dirigente scolastica, il team del Rondò dei Talenti e me, hanno scritto una storia a 132 mani.

Non sapevamo cosa sarebbe emerso quando abbiamo iniziato a lavorarci e proprio per questo è stato straordinario.

La scintilla è arrivata quasi alla fine, come una domanda rimasta in silenzio fino all’ultimo, come una radice invisibile che tiene in piedi tutto l’albero. Era Zoe, in un vagone di un treno di ritorno dalle vacanze, che mi guardava — o meglio, mi parlava con la voce di una bambina — e mi chiedeva:

Che cos’è il talento? E come si fa a liberarlo?” Da quella domanda è nato Zoe e il talento liberato, una storia collettiva che è molto più di un libro. Con Alice Rossi, illustratrice di Zoe, abbiamo dato forma a ciò che i bambini avevano messo in gioco: mappe, personaggi, ostacoli, sogni, risorse. E con Chiara Belliti, editor di Beisler, abbiamo tenuto il filo di una narrazione nata dalla molteplicità. La storia è cresciuta piano piano, come crescono le cose condivise: con cura, tempo, ascolto e stupore.

Ma Zoe non è rimasta solo tra le pagine. È uscita, si è fatta presenza viva. È diventata una piazza pubblica, un luogo dove si incontrano storie, talenti, scuole e persone. Una piazza abitata da bambini, insegnanti, famiglie, artisti, educatori, editori. Dove ognuno si è sentito parte, autore, co-creatore. E così abbiamo incontrato durante il festival dell’educazione di Cuneo oltre cento insegnanti che stanno facendo la differenza, e a loro abbiamo donato un piccolo libretto dal titolo “È nato prima il libro o la gallina?”, che questa storia la racconta. (Al suo interno trovate anche le ragioni del titolo… il testo è scaricabile qua).

Intanto, a Genova, al Convitto Colombo grazie alla prof.ssa Maria Agostini, la storia di Zoe è diventata spettacolo teatrale, portata in scena da altri ragazzi. E proprio loro, oggi, stanno scrivendo con me e con Alice una nuova avventura: Zoe e la minestra del cuore. Un altro libro, unaltra esperienza di scrittura collettiva, un altro passo dentro la possibilità di fare educazione come incontro.

E non finisce qui.

Dalla Sardegna ci aspettiamo lo stesso. Unaltra scuola, un altro gruppo di ragazze e ragazzi, un altro libro a più mani. Le scuole stanno diventando una rete. E questa rete nasce dallimmaginazione ma costruisce una piazza reale, sempre più grande, fatta di scambi, di dialoghi, di viaggi, di fili che si intrecciano. Stiamo dimostrando che leducazione può essere unesperienza di comunità viva, generativa, trasformativa.

Un grazie profondo a chi ha reso possibile tutto questo. Ecco i loro nomi, senza ruoli e senza gerarchie:

Chiara, Ulrike, Corrado, Irene, Alice, Raffaella, Marta, Simona, Ilenia, Lisa, Michael, Alice, Cristina, Elena, Rossana, Cristina, Martina, Francesco, Chiara, Gabriele, Mattia, Tea, Francesco Maria, Noemi, Elena, Yasmine, Ahmed, Haitham, Anas, Elena, Emili, Alessia Elena, Aiche Sahande, Pietro, Sara, Xhoel, Simone, Elisa, Anna, Melissa, Luca, Ernis, Giulio, Valentino, Erisa, Maria, Emanuela, Daniel, Mihaita Andrei, Luca, Justin, Michael, Alessandro, Mohamed, Edoardo, Benedetta, Clyde Danniel, Giorgia Keira, Luca, Silvia, Antonia Valentina, Alice, Rebecca, Josephine Maria Nives, Nicolae, Kejsi, Marta, Sara, Andrea, Pauni Reynel, Marie Perpetue, Monique Simone, Leonardo, Viola, Penelope, Liliana Lucia, Anas, Edward Gabriele.

Spuntino consigliato: entra in un bosco dautunno. Se alzi gli occhi i rami sono ormai spogli, ma a terra brillano i frutti maturi caduti tra le foglie. Tra questi le castagne, da cui nascono infinite ricette — forse non arriveremo a contarne 132, ma di certo, anche semplicemente abbrustolite, sanno di festa e di comunità.

Scritto da
Ruggero Poi