Tra i sei e gli undici anni, nel silenzio di ogni giorno, il bambino attraversa una trasformazione profonda. Non esplora più il mondo soltanto con i sensi: comincia a cercarne il senso. Ogni oggetto, ogni strada, ogni incontro diventa una porta aperta su un mistero.
Maria Montessori descrive questa età con un’immagine delicata e precisa: il bambino è come un ragno che tesse la sua tela.
Una rete invisibile fatta di esperienze, domande, scoperte, incontri.
Ogni passo, ogni amicizia, ogni caduta è un nodo che tiene insieme il suo mondo in espansione. All’inizio bastano la casa, il cortile, il marciapiede. Ma presto il desiderio spinge oltre: camminare, pedalare, uscire, esplorare.
Nasce così una geografia personale, tracciata non sulle mappe, ma nei passi e nella memoria. E spesso non si esplora da soli. I bambini si organizzano, inventano giochi, si affidano l’un l’altro. Imparano a decidere, a cooperare, ad affrontare piccoli rischi. Ogni sfida superata – una scorciatoia, una strada nuova, una scelta da fare – rafforza la loro autonomia.
La famiglia, e poi la scuola, possono custodire e alimentare questa energia sottile dell’esplorazione. La famiglia, coltivando relazioni con altre famiglie, rende possibile quel diritto all’amicizia che a questa età è essenziale come l’aria.
La scuola, aprendosi al mondo, può intrecciare il sapere con la vita.
Accade, ad esempio, a Biella, con il progetto Esploratori d’Arcipelago, dove i ragazzi percorrono sentieri e leggono il territorio con occhi nuovi. O nei percorsi di orientamento precoce promossi da Paola Merlino tra il Rondò dei Talenti e Cascina Oremo, dove si incontrano mestieri e mani sapienti. Ogni uscita, ogni incontro, ogni scoperta è un filo in più nella tela del bambino.
È una tela invisibile, ma forte. È ciò che lo sostiene mentre cresce.
Ma c’è un’altra rete, più visibile, più brillante, più veloce: è la rete del web.
Qui, la metafora del ragno si rovescia. Perché mentre il bambino che esplora il mondo tesse la sua tela, nodo dopo nodo, costruendo uno spazio in cui muoversi con libertà, la rete digitale rischia di funzionare all’opposto: non come strumento per orientarsi, ma come trappola.
In quella rete non si tesse: si resta impigliati.
Come mosche attratte dalla luce dello schermo, bambini – e adulti – rischiano di confondere la connessione con la relazione, l’informazione con la conoscenza, la velocità con la profondità.
Non si cammina, non si cade, non si tocca. Non si costruiscono legami reali, ma si attraversano flussi anonimi.
Tessere la propria rete, invece, è un atto lento e creativo.
È fare esperienza, è incontrare davvero, è porsi domande che maturano nel tempo. Rimanere prigionieri in una rete costruita da altri, che cattura dati, orienta scelte, addomestica desideri, è un pericolo educativo che non possiamo ignorare.
Per questo la scuola, la comunità, i genitori, gli educatori sono chiamati a un compito preciso e urgente: aiutare ogni bambino a costruire la propria rete.
Una rete di fili reali, tesi tra le case, nei cortili, nei sentieri, negli spazi pubblici che decidiamo di dedicare loro.
Fili che li colleghino alla terra, agli altri, a sé stessi.
Fili che permettano loro di trovare la strada di casa, o almeno un rifugio sicuro, durante la crescita.
Tessere questa rete – senza fretta, senza paura – è forse il dono più grande che la famiglia e la scuola possano fare a un bambino.
Una rete non per catturare, ma per sostenere.
Non per trattenere, ma per accompagnare verso l’autonomia.
Spuntino consigliato: Una bevanda fresca e colorata a base di frutta di stagione e yogurt, dove ogni ingrediente rappresenta un filo nella trama della giornata. I bambini scelgono e frullano insieme i sapori, costruendo la loro tela di gusti e colori. È una merenda da creare insieme, che parla di intrecci, incontri e cura condivisa. Perfetta per rinfrescarsi e riflettere sul valore di ogni gesto nella costruzione del proprio mondo.
Via Luigi Gallo 1, Cuneo
Per informazioni sui laboratori:
tel. 0171452781
Per prenotazione sale:
tel. 0171452785
info@rondodeitalenti.it