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18 Dicembre 2025

di Matteo Boca

Le regole non scritte del Natale

Tempo di lettura: 3 minuti

A Natale non servono manuali e regolamenti. Eppure, le regole ci sono, eccome! Ciascuna famiglia ha le sue, nessuno si è mai premurato di metterle nero su bianco (e nemmeno ci sono le immagini di esempio o i videotutorial) eppure, tutti le conoscono e le rispettano.

C’è la regola di quando si scartano i regali: subito appena ti vengono dati, oppure c’è da aspettare almeno il 25 mattina? Ma poi, come si scartano i regali: tutti insieme in un fragoroso fruscio di carte e fiocchi? Oppure uno alla volta, con il rito di guardare con attenzione tutte le aperture e indovinare chi sia il mittente? C’è la regola dei posti a tavola: ma nessuno oserebbe cambiare la disposizione dei posti “storici”, a meno che i nipoti non siano ormai abbastanza grandi da fare il proverbiale “Tavolo dei piccoli”.

E poi ci sono le regole scritte dei giochi obbligatori a Natale. Possiamo essere gamer incalliti, avere la collezione più grande di tutto il quartiere, aver portato anche la busta più capiente di IKEA piena di party games, ma… la tombolata sarà comunque in tavola. Il tabellone davanti al nonno con il più piccolo in braccio che aiuta a estrarre i numeri dal sacchetto, le cartelle scelte in base a cabalistici pesi sui numeri preferiti, le battute su vari numeri estratti in una smorfia tutta fatta di ricordi e riferimenti famigliari e, ovviamente, lo zio buontempone che grida “ambo” dopo solo un numero estratto. Ma soprattutto i ceci secchi o i fagioli come segnalini: guai a sostituirli con qualcosa di più moderno, perderebbe tutto il suo sapore. Quella piccola ritualità fatta di mani odorose di mandarino che spostano i ceci da una casella all’altra e li raccolgono quando qualcuno urta il tavolo, è parte integrante della festa. E del regolamento.

Oppure la tradizione dei biscotti fatti insieme: non è il risultato estetico a contare; a volte compaiono pure dinosauri o zucche di Halloween! Quel che conta è l’aver condiviso un gesto.

Queste regole invisibili sono la trama che tiene insieme i ricordi. Ci insegnano che non sempre le regole devono essere imposte: spesso sono il frutto di un patto implicito, di un’abitudine sedimentata, di un accordo tacito che diventa cultura familiare. Sono la prova che le regole sono linguaggi condivisi che rendono possibile lo stare insieme.

E se durante il mega party famigliare volessimo proporre qualcosa di nuovo, di pazzo, ma rispettando lo spirito del Natale? Vi lancio due proposte da tenere nel taschino mentre sgranocchiate i sopra citati biscotti appena sfornati.

Il regalo misterioso: ciascuno scrive su un foglietto un regalo che non vorrebbe mai ricevere. Tutti i foglietti finiscono in una bella insalatiera (magari già sciacquata dopo il pranzo!), e a turno se ne pesca uno: il gruppo deve indovinare chi l’ha scritto. Rivelazioni, risate e qualche aneddoto assicurati.

Indovina la memoria: ognuno impacchetta un proprio oggetto di casa e lo mette in una zona comune. Poi si scartano uno alla volta e il gruppo deve indovinare a chi appartengano. Si scoprono storie mai raccontate, e magari si scopre di dover invitare di più qualcuno a casa propria.

Spuntino consigliato: i biscotti, senza dimenticate del latte caldo o del tè allo zenzero, l’importante è che oltre al gusto, anche l’olfatto possa goderne. E se ti capita in mano quello un po’ storto… va bene lo stesso. Ci saranno due occhi luccicosi che aspettano comunque il loro complimento per come questa renna sia venuta somigliantissima! È la regola.

Spuntino take-away: per chi si vuole portare via qualcosa di pratico, da consumare dopo!

Se volete approfondire la tematica dello stare insieme e del condividere esperienze, il primo gioco da citare per forza è sicuramente Dixit, in cui un Narratore pronuncia un indizio abbinato ad una carta coperta, che sarà mescolata in mezzo a quelle degli altri giocatori. Indovinare quale sia quella giusta necessita di capire l’accezione con cui l’indizio è dato proprio da quella persona; e se tutti sbagliano? È l’occasione per raccontare un aneddoto magari nascosto o svelare un proprio gusto che gli altri mai avrebbero immaginato.

Il consiglio è, una volta rodato il gioco, di provare a creare categorie più ristrette per gli indizi, adatte a mettere in gioco qualcosa che cerca per forza una profondità in più: usare solo titoli di canzoni, citazioni da film, frasi tratte da poesie.

Scritto da
Matteo Boca